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Incontro "La ricchezza nelle Migrazioni" 2019/2020

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17/02/2020

“Non legare il tuo cuore a nessuna dimora, perché soffrirai quando te la strapperanno via” (Jalal ad-Din Rumi).

All’Istituto Alberti si è parlato di migrazioni, un tema più che mai attuale affrontato nell’ambito dei percorsi di Cittadinanza e Costituzione delle classi IV e V B corso di Amministrazione Finanza e Marketing, V A Indirizzo Turismo e IV A Liceo Scientifico indirizzo Sportivo. Un topos sovraccarico di significati e di cui, ultimamente, si considerano troppo spesso solo le valenze politiche, mentre gli studenti dello storico Istituto beneventano sono voluti andare oltre, a cercare nelle migrazioni i valori fondanti sia della nostra cultura che delle culture da cui i migranti provengono, come l’accoglienza, la fratellanza, l’ospitalità.

Un’occasione preziosa fornita dalla pubblicazione di un volume, l’ennesimo – dirà qualcuno-, di un giovane afghano (“Dall’Hindu Kush alle Alpi. Viaggio di un giovane afghano verso la libertà.” Zel edizioni, 2018), Fawad e Raufi, che per sfuggire alla guerra che da quarant’anni “violenta” il suo paese, ha affrontato un’odissea, meglio non la si potrebbe definire, lunga più di diecimila chilometri giungendo in Europa, per poi arrivare -per scelta - in Italia, lungo la famigerata “rotta balcanica”, in particolare a piedi attraverso la Bulgaria, subendo in più occasioni il carcere, oltre ad umiliazioni e privazioni di ogni genere lungo tutto il tragitto.

Il racconto autobiografico si apre con una dedica a tutti i giovani della terra, un appello accorato a non sprecare la vita e ad una platea attenta e curiosa di giovani uomini e donne, Fawad (accompagnato dalla sua famiglia “adottiva” italiana) ha narrato con grande vigore la sofferenza, ma anche il sentimento di solidarietà che nasce tra chi affronta un viaggio simile, che è sostanzialmente una scommessa con se stessi e con la vita. L’autore sottolinea inoltre l’importanza della speranza e della forza di volontà con cui, da autodidatta (perché esistono anche migranti che hanno diritto ad un’istruzione mentre altri no), ha imparato prima il tedesco e poi l’italiano.

Ma il messaggio più forte agli studenti lo ha scritto in dari, la sua lingua: “La conoscenza è un mare che non ha confini”, volendo così sottolineare l’importanza della scuola, dopo averci mostrato le foto di aule afghane itineranti che hanno come pareti la terra e il cielo.